Santa Fiora tra storia e natura

Un piccolo angolo di paradiso nel cuore del Monte Amiata e della Maremma Toscana

 

Il borgo di Santa Fiora in Toscana è situato sul versante meridionale del Monte Amiata, arroccato su una rupe da cui nasce il fiume Fiora.
Santa Fiora affonda le sue radici in un antico passato, quando vide la luce ad opera degli Aldobrandeschi. Fu poi sotto il dominio degli Sforza che il borgo visse i suoi momenti più fulgidi, ed è proprio di questo periodo che tra le sue viuzze si conservano importanti testimonianze.
Il centro storico è un luogo in cui il tempo si è fermato, dove i ritmi sono ancora scanditi dal lento scorrere del fiume che bagna le verdi colline toscane.

Il paese è stato incluso nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Il suo centro storico è un inno al medioevo: i suoi stretti e tortuosi vicoli vi porteranno alla scoperta di alcune delle bellezze di questo minuscolo angolo di paradiso.

La parte più antica del paese è il terziere di Castello, dove è possibile ammirare ancora oggi ciò che resta delle fortificazioni aldobrandesche. Da piazza Garibaldi, cuore di Santa Fiora, il panorama sul paesaggio circostante è una vera meraviglia. Sulla piazza si trovano la torre dell’Orologio, risalente al XVII secolo, e il Palazzo dei conti Sforza Cesarini, attualmente sede del Comune. Al suo interno è ospitato anche il MUSEO DELLE MINIERE DI MERCURIO DEL MONTE AMIATA, dove potrete ripercorrere la storia dei minatori che per lungo tempo furono l’anima di questo borgo.

Un’altra bellezza da non perdere è la pieve delle Sante Flora e Lucilla, la più imponente chiesa del paese. Infatti, rimarrete stupiti dalla collezione di robbiane che vi è custodita: le opere d’arte di terracotta di Andrea della Robbia, dai colori vividi e brillanti, sono ancora oggi motivo d’orgoglio per Santa Fiora. Al di là di ciò che rimane delle mura che un tempo circondavano il terziere di Castello, si possono ammirare ancora molte meraviglie. Ne è un esempio la chiesa della Madonna delle Nevi, sorta sopra la sorgente del fiume Fiora, il cui scorrere lento si può osservare dal pavimento in vetro dell’edificio.

La rigogliosa natura di Santa Fiora

L’abbondanza d’acqua, che è una delle caratteristiche principali del borgo, ha permesso alla natura di svilupparsi florida come non mai nei dintorni di Santa Fiora. Se volete ammirare il verde incontaminato di questo piccolo paese, non potete proprio perdervi la Peschiera: si tratta di un parco-giardino rinascimentale costruito dagli Sforza, dove un tempo venivano allevate le trote.
In aggiunta, Il borgo è la cornice perfetta per chi ama il turismo attivo , ma anche per chi desidera trovare un po’ di pace nel silenzio della natura.

Alle falde del Monte Calvo, infine, si sviluppa la Riserva naturale provinciale Bosco della SS. Trinità, un’ampia area protetta dove la vegetazione cresce rigogliosa. Tra gli abeti bianchi e i castagni tipici di queste zone, si può scorgere il Convento della SS. Trinità, eretto per opera del conte Guido Sforza che volle così celebrare la sua vittoria contro un pericolosissimo drago che terrorizzava le genti del luogo. La leggenda è affascinante e ricca di misteri, proprio come l’interno di questa splendida chiesa che conserva ancora oggi metà della testa della mitologica creatura.

Ti aspettiamo a Santa Fiora!

Cosa visitare: i dintorni

Santa Fiora

Pitigliano

Vetta Amiata

Abbadia San Salvatore

Bagni di San Filippo

Bagno Vignoni

Saturnia

Monte Labbro

Arcidosso

Castel del Piano

Seggiano

Montalcino

Pienza

Roccalbegna

Piancastagnaio

Montepulciano

La costa dell'Argentario

Scansano e la terra del Morellino

Il Monte Amiata, vulcano ormai spento è ricco di vegetazione, laghetti e zone ideali per fare molte escursioni e passeggiate, sia a piedi, che in bicicletta, che a cavallo. Grazie alla sua natura vulcanica, la zona è ricca di sorgenti termali, alcune libere dove si può passare una giornata in totale relax.

Consigliamo un tour nei paesi dell’Amiata che circondano Santa Fiora:

Abbadia San Salvatore si trova sul fianco orientale del Monte Amiata. La storia del borgo è legata a doppio filo con quella dell’Abbazia di San Salvatore, una delle più importanti della Toscana meridionale. Da visitare sia il museo dell’abbazia che la chiesa e la cripta. Un ambiente molto affascinante caratterizzato da molte colonne variamente decorate.

In aggiunta, con le sue miniere, il Monte Amiata è stato uno dei principali poli mondiali per la produzione del mercurio. Oggi che il mercurio non viene più prodotto queste miniere sono chiuse. Ad Abbadia San Salvatore è possibile conoscere meglio queste vicende grazie al suo Parco museo minerario dove, tra le altre cose, si può visitare una galleria con tanto di vagoni per il trasporto.

Ci spostiamo di pochi chilometri a sud per raggiungere il secondo ed ultimo comune amiatino della provincia di Siena: Piancastagnaio. Qui troviamo la prima delle fortezze degli Aldobrandeschi, che si erge con le sue due torri a difesa del borgo e di uno dei punti di accesso ad esso. Il borgo ha al suo interno alcuni palazzi di pregio come quello dei Bourbon del Monte ed alcuni luoghi di culto che conservano diverse opere d’arte.

Ancora una volta siamo a parlare di una rocca Aldobrandesca, stavolta è quella che sorge alla sommità di Arcidosso. Si tratta di una fortezza molto antica, costruita a partire dal IX secolo ed ampliata più volte durante il corso del Medio Evo. Particolarmente rilevante segnaliamo l’inaspettato Museo di Arte e Cultura Orientale, interamente dedicato all’arte e alla cultura del Tibet e del centro Asia.

Ormai non resta che raggiungere la vetta del Monte Amiata. La sommità di questo antico vulcano è facilmente raggiungibile dato che ci si può avvicinare molto anche con la macchina e nei paraggi si trovano anche alberghi e ristoranti. Dalla cima, segnalata da una croce monumentale alta 22 metri, si può godere di un vastissimo panorama a 360°, favorito dall’assenza di altri grandi rilievi nelle vicinanze.

Un altro borgo interessante da visitare nei dintorni del Monte Amiata, è senz’altro Roccalbegna. Situato alle pendici del Monte Labbro, Roccalbegna si caratterizza per una posizione particolare racchiusa tra due alte rupi dominate da due fortezze: la Rocca Aldobrandesca ed il Cassero Senese. Ottimi punti panoramici, questi due castelli fanno capire l’importanza strategica rivestita da questo luogo. All’interno del borgo merita una visita la chiesa dei Santi Pietro e Paolo mentre nei paraggi vi segnalo il Castello di Triana.

Monte Labbro (o Labro) si trova sul versante sud-ovest del Monte Amiata e la Riserva Naturale si estende, per oltre 650 ettari nel comune di Arcidosso. Tutto il territorio è di media montagna, con rilievi come il monte omonimo, che raggiunge i 1190 metri.
La Riserva è caratterizzata da scarsa presenza di vegetazione arborea, limitata alla zona del Torrente Onazio, con cerri, castagni, olmi, noccioli e aceri.

castagneti si trovano soprattutto sul versante settentrionale del Monte Labbro, dove occupano una superficie di circa 60 ettari.
La fauna è rappresentata da innumerevoli specie, tra cui mammiferi come il gatto selvatico, la puzzola, la faina, la martora e il tasso. Qui è possibile ammirare il biancone, il falco pecchiaiolo, la poiana, le albanelle e il lanario. Oltre ai rapaci, si aggiungono anche il passero solitario, il codirossone, il culbianco e il sordone.

Sulla sommità del Monte Labbro, ci sono  alcuni edifici di importanza storico-culturale, risalenti al movimento Giurisdavidico di Davide Lazzaretti.
All’interno della Riserva inoltre si trova il Parco Faunistico dell’Amiata, che occupa 120 ettari ed è un “Wild Park” sul modello tedesco: qui gli animali vivono in condizioni di libertà. Tra gli ospiti cervi, daini, mufloni ed esemplari di camoscio e capriolo. Dai recinti di osservazione il visitatore più fortunato può avvistare anche il lupo appenninico

Proseguendo verso la Val d’Orcia si incontrano i paesi di Castel del Piano prima e Seggiano dopo. Entrambi i borghi medievali valgono una sosta. Il territorio è noto tra l’altro, per la coltivazione delle olive – vantando tra l’altro una varietà tipica: l’olivastra seggianese e per la DOCG del Montecucco.
In aggiunta, n
el comune di Seggiano si trova il Giardino di Daniel Spoerri, un parco dedicato all’arte contemporanea.

Particolarmente rilevante il Parco della Val d’Orcia, un paesaggio dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Il fiume che ha dato il nome alla valle è poco più di un torrentello: per buona parte dell’anno si prosciuga o quasi per la calura estiva, ma con le piogge d’autunno torna forte e impetuoso. Sui colli, borghi e monumenti di straordinario fascino sorvegliano boschi di querceoliveti e i vigneti dove si producono il Brunello e gli altri grandi vini di questa parte di Toscana. 

Rincorrendo il moto ondoso delle colline, si può iniziare un viaggio che parte dall’altezza della rocca di Radicofani, da dove guardare a tutta la valle; si può poi raggiungere la romantica Pienza, la città ideale, set del “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli; riconoscere la corona di cipressi di San Quirico, passare per Castiglione e poi proseguire per Montalcino, sorseggiare un buon Brunello. Dopo, per dare a ogni senso il proprio piacere, non si può prescindere da una visita a San Giovanni d’Asso e al suo Museo del Tartufo.

Per concedersi, dopo tutto questo girovagare, una sosta evocativa, ci si potrà fermare a Bagno Vignoni, celebre per la sua grande vasca termale, e a Bagni San Filippo, dove l’acqua sale dal cuore del vulcano, torna alla luce con prepotenza e forma concrezioni di rara bellezza, offrendo benessere e salute da millenni.

A solo 30 minuti da Santa Fiora, nel raggio di pochi chilometri si incontrano tre gioielli del tufo. A colpire di più, già nell’avvicinarsi al borgo, posto su un promontorio a strapiombo circondato da valli e fiumi, è Pitigliano. Chiamato anche la Piccola Gerusalemme per la comunità ebraica che risiede qui dal XV secolo, vi trovate tracce etrusche, medievali, rinascimentali. Più notevoli, il ghetto ebraico, le caverne e le case-torri, ma non andate via senza aver assaggiato un bicchiere di Bianco di Pitigliano Doc. Invece Sorano è chiamatala Matera della Toscana: sorge anch’essa su uno sperone di roccia ed è circondata dalle mura (nel Medioevo era il borgo difensivo della famiglia Aldobrandeschi). Ultima tappa l’etrusca Sovana, ma prima fermatevi al Parco archeologico Città del Tufo che conserva i tesori storici, archeologici e culturali di questo territorio, dalla Chiesa di San Sebastiano alla rocca Aldobrandesca, dalle necropoli alle tombe etrusche, dalle vie cave agli insediamenti rupestri.

Sei un appassionato di vino e ami la campagna, una delle più belle esperienze che tu possa fare in Toscana è perderti lungo le migliori strade del vino. Quindi scopri i territori del Montecucco DOCG, del Morellino di Scansano DOCG, del Brunello di Montalcino DOCG, del Nobile di Montepulciano DOCG e dell’Orcia DOC.

Tanti ancora i territori sa scoprire: la Maremma, la costa dell’Argentario, le crete senesi!

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