Pare che il Fall folliage dell’Amiata sia uno dei più belli del mondo. Se lo dite ad uno di noi, possiamo fare spallucce, aprire i palmi delle mani, e spalancare gli occhi: “O che ti devo di’?” ti risponderemmo, “che’n lo sapevi?”
Lapalissiano, dunque. La dolcezza dell’Amiata raggiunge forse il suo apice d’autunno. Faggi e castagni cambiano infinite declinazioni di colori al giorno. Si esaltano a vicenda attraverso un contrappunto di colori. Camminando, a testa in su, fra i boschi, lo stupore degli occhi cede il passo al crepitio dei rami secchi, che si spezzano sotto i piedi. E lo spettacolo continua a terra, sotto il dorato manto del fogliame si celano preziosi frutti.

I porcini del Monte Amiata

Passeggiando nel bosco vi capiterà di scorgere qua e là, delle teste brune, con gradazioni diverse a seconda della luce che hanno visto. Sono porcini, Boletus edulis, per dirla con i micologi. La frazione di Bagnolo a questo frutto dedica una Sagra, La sagra del fungo amiatino, con annessa e interessantissima mostra micologica. Ma dalla Festa di San Michele in poi, la vita dai campi e dal paese, si trasferisce nei boschi. A cercare funghi, a raccogliere le castagne. I castagneti, tirati a lucido, ripuliti dai ricci e dalle foglie dell’anno prima, sono pronti ad accogliere i marroni.

Castagne: Il Marrone Santafiorese

Il marrone Santafiorese è un frutto dolce, liscio, di col marrone chiaro. Dai primi di Ottobre in poi, dopo le prime piogge, comincia la danza dei frutti che cadono dall’albero. E la conseguente raccolta, vagliatura, scelta. A seconda della pezzatura, marroni o marroncini; bacate o troppo piccine che vanno da parte, per diventare farina. Ma questo più in la a fine raccolta. Ora si raccatta, con la smania di arrivare a sera, accendere il camino e fare la prima “castrata”. Assaggiare il vino nuovo, e pensare che siamo fortunati a vivere quassù, vicini a tanta facile felicità.

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